Oggi si inaugura il nuovo giardino botanico di Villa Monastero, a Varenna, al termine di due anni di lavori di riqualificazione finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
In qualità di progettista e direttore dei lavori, desidero ringraziare i colleghi e i professionisti che mi hanno accompagnato nella realizzazione di un progetto tanto ambizioso quanto stimolante.
Dalla fine del XII secolo, il giardino botanico di Villa Monastero contribuisce a plasmare l’identità del paesaggio e il prestigio del Lago di Como con il suo gioco di alberi secolari, architetture e percorsi che si specchiano sulle acque per quasi 900 metri.
Il PNRR
Nel rispetto degli indirizzi del PNRR, l’intervento di riqualificazione ha mirato a migliorare l’adattabilità del giardino storico al cambiamento climatico e la sua fruibilità da parte del pubblico.
Composta da una sinergia di interventi sotto il profilo paesaggistico, botanico, agronomico, di restauro architettonico, strutturale e impiantistico, la riqualificazione del giardino botanico di Villa Monastero ha permesso di ripristinare la consistenza e la coesione stilistica del suo patrimonio vegetazionale e scultoreo, garantire la sicurezza e migliorare l’accessibilità del Bene per tutte le categorie di utenti, razionalizzare l’uso delle risorse energetiche e dell’acqua.
Il progetto ha, infatti, preso l’avvio dalla constatazione che il patrimonio vegetazionale del Bene risultava semplificato e ridotto da potature di mantenimento non coerenti con il disegno originario, affaticato dall’impoverimento e dall’erosione del suolo, nonché dalla diffusione di parassiti e agenti patogeni. Evidente era anche la perdita della coesione fra la vegetazione e i terrazzamenti, i percorsi di visita, le fontane e gli elementi architettonici che costituiscono parte integrante del giardino.
Il cantiere
Sono stati due anni intensi, dal 30 gennaio 2023 al 30 dicembre 2024 più due mesi di proroga per recuperare le soste imposte ai lavori da ordinanze comunali a tutela delle attività turistiche, piogge continue e smottamenti. La suddivisione dei lavori in nove lotti consecutivi ha consentito di mantenere il giardino aperto alle visite, passate da circa 250.000 nel 2023 a 350.00 nel 2024 (Fonte: Provincia di Lecco).

La gestione del cantiere è stata una sfida soprattutto per la posizione e la conformazione lineare del giardino di Villa Monastero: accessibile solo da un punto, con i lati lunghi situati uno al di sotto della Strada Provinciale 72, l’altro a ridosso dell’acqua, largo appena 40 metri nel tratto più ampio, articolato in un sistema di percorsi e terrazzamenti che non consentono il passaggio di mezzi motorizzati, che copre un dislivello di 11 metri da un’estremità all’altra.
Difficoltà tutte superate grazie alla guida salda di un progetto ragionato, alla professionalità e alla dedizione del team di lavoro e al dialogo costante con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio e con la Provincia di Lecco, proprietaria del Bene, cui ora spetta il compito di custodire, coltivare e condividere il giardino negli anni a venire.
Gli interventi di riqualificazione effettuati
Nel mondo dei giardini storici, i migliori interventi di restauro e riqualificazione sono quelli che non si notano. La mia speranza, infatti, è che i visitatori non si accorgano del restauro e dal completamento dei parapetti per esigenze di sicurezza, della ricostruzione dei muretti a secco di contenimento dei terrazzamenti, del rifacimento integrale dell’impianto di irrigazione, dei nuovi corpi illuminanti realizzati su disegno approvato dalla Soprintendenza e alimentati da pannelli fotovoltaici, della forma smagliante delle balaustre, della fontane dei tritoni e di quella delle ninfee nonché di alcune opere statuarie.




Le novità da scoprire
Ad accogliere i visitatori nel primo tratto del rinnovato Giardino botanico di Villa Monastero ora c’è il giardino delle monache, per tributare un omaggio alle religiose cistercensi che, dalla fine del XII secolo al 1567, hanno gettato il seme dell’odierno Giardino sfruttando la funzione termoregolatrice del lago per coltivare erbe aromatiche e medicinali, olivo e vite.
Il recupero degli orti e dei giardini monastici, anche attraverso la loro evocazione con specie ornamentali, sta acquistando un’importanza sempre maggiore per la loro capacità di rinnovare il legame con il territorio e di esprimere i valori di autosussistenza, produzione locale, specificità del clima e del patrimonio genetico locali.
Ed è proprio per rinnovare il legame fra il nome del giardino – Villa Monastero – e il luogo in cui esso sorge che il progetto di riqualificazione ha realizzato il giardino delle monache, arricchendo il Bene di una collezione ragionata di specie officinali, aromatiche e curative ispirate al Giardino della Minerva di Salerno (inizio XIV secolo) per richiamare evocare la vita in sintonia con il tempo delle stagioni e della liturgia delle prime custodi del luogo.


L’arricchimento delle collezioni di palme, piante tropicali e subtropicali che accompagneranno i visitatori nel corso dell’intera visita è invece dedicato al secondo nume tutelare del Giardino botanico di Villa Monastero: Walter Erich Jakob Kees (periodo dal 1897 al 1909), che ha esteso la proprietà fino a Fiumelatte e che, coadiuvato dall’ingegner Francesco Adamoli e dal giardiniere Enrico Achler di Tremezzo, ha riorganizzato i terrazzamenti, mascherato la Strada Statale con il filare di cipressi arrivato quasi intatto fino a noi e fissato nell’immaginario collettivo l’identità del luogo grazie alle sue aiuole sempre in fiore dai colori sgargianti.
Ma non intendo svelare troppo: è meglio lasciare a ciascuno il piacere di scoprire o riscoprire il Giardino botanico di Villa Monastero di persona.
